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28/11/2013 | Il Crati una straordinaria risorsa da tutelare e valorizzare

In questi giorni si è tornato a parlare della “questione ambientale” del fiume Crati, con riferimento all’esondazione dello scorso anno.

Diiverse sono state negli anni le proposte e le segnalazioni da parte dell’Ente gestore delle Riserve, di interventi di pianificazione e di programmazione sull’intero percorso del fiume Crati, finalizzati a rimuovere una serie di criticità, tanto da essere definite endemiche, che le Riserve per la loro ubicazione geografica subiscono passivamente.

A tal fine si riporta una sintesi del lavoro svolto nel 2009 Monitoraggio e valutazione dello stato di qualità delle acque e dell’ecosistema fluviale del Crati attraverso l’applicazione della metodologia IBE (Indice Biotico Esteso) e la determinazione dell’IFF (Indice di Funzionalità Fluviale)", lavoro che ha interessato l’intero corso del fiume, mettendo sotto la lente di ingrandimento problemi vecchi e nuovi legati allo stato ambientale del più importante corso d’acqua della Calabria.

Il progetto, realizzato dall’Ente gestore delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del fiume Crati (Amici della Terra Italia), si è posto l’obiettivo di effettuare un’indagine conoscitiva sul fiume Crati tenendo conto non solo della qualità delle acque ma dello stato complessivo dell’ecosistema fluviale, evidenziando la situazione relativa alle emergenze e alle situazioni di criticità, nonché le potenzialità e le proposte di interventi di risanamento dell’intero percorso del Crati.

L’intervento realizzato ha interessato per la prima volta l’intero corso del fiume (dalla sorgente alla foce).

Il Crati, con i suoi 81,4 Km di lunghezza e 2.440 Kmq di bacino idrografico, è il fiume più lungo ed ampio della Calabria, dove al centro ed alla fine del suo percorso sono localizzate le due, ed uniche, ad oggi, riserve naturali regionali, il Lago di Tarsia e la Foce del Crati, aree umide di notevole interesse naturalistico.

Le analisi sulla matrice acquosa hanno evidenziato lo stato di alcuni parametri chimico-fisici e microbiologici, considerati macrodescrittori. Le determinazioni sul biota, che riguardano gli impatti delle attività antropiche sulle comunità della macrobentofauna, sono state valutate attraverso l’Indice Biotico Esteso (I.B.E.). Con le analisi chimico fisiche si individuano le alterazioni dei corsi d'acqua in relazione alle cause (la presenza degli inquinanti), mentre attraverso l’IBE si evidenziano gli effetti degli inquinanti sulla comunità degli organismi che ci vivono. Per l’individuazione dello stato ecologico dei corsi d’acqua, alla fine, si incrociano i valori ottenuti da entrambi i tipi di analisi effettuate considerando il risultato peggiore ottenuto tra I.B.E. e macrodescrittori.

Sull’intero tratto del suddetto corso d’acqua è stato determinato anche il valore dell’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF), una nuova metodologia messa a punto dall’ANPA. L’obiettivo di questo nuovo indice, che deriva dal Riparian Channel Environmental Inventory (RCE I) consiste nella valutazione dello stato di qualità complessivo dell’ambiente fluviale e della sua funzionalità, intesa come integrazione di una serie di fattori biotici ed abiotici presenti nell’ecosistema acquatico ed in quelli terrestri ad esso collegati.

Lo studio, infine, propone una prima serie di interventi urgenti da attuare per eliminare e mitigare le emergenze riscontrate.

Per quanto attiene lo stato di qualità ambientale dell’ecosistema acquatico i risultati hanno permesso di riscontrare classi di qualità inferiori in quei tratti del fiume posti nella media valle fino in prossimità della foce, peggiorando sempre di più man mano che il campo di indagine viene esteso ai diversi livelli gerarchici applicati. Analizzando i risultati delle analisi chimico-microbiologiche e dell’IBE, si riscontra una notevole compromissione per le zone poste nella media valle del Crati, in particolare per quelle coincidenti con l’area urbana di Cosenza-Rende-Montalto, con uno stato di inquinamento organico elevato e notevole presenza di materia organica in decomposizione da attribuire a scarichi di tipo fognario o ad immissioni di acque non depurate derivante da attività antropiche.

Mentre la positività dei parametri riferiti allo Stato Ecologico (SECA) delle acque delle due aree protette è da attribuire all’elevato grado di naturalità presente nelle Riserve, favorita dalle forme di tutela e conservazione, che ne garantisce, per alcuni aspetti, una notevole tollerabilità alle alterazioni provenienti da monte (area urbana Cosenza-Rende-Montalto e Torano-Bisignano), con un’azione che si può definire ”auto-depurativa”.

Mentre, per quanto riguarda lo stato di funzionalità fluviale, la bassa funzionalità del corso d’acqua è da attribuire principalmente all’alterazione della fascia ripariale, ridotta o del tutto assente in molti tratti, dove la pressione antropica, dovuta alle attività agricole ed al prelievo di inerti, hanno ridotto o eliminato del tutto la fascia ripariale, favorendo anche l’attività erosiva durante le piene invernali, con notevoli modificazioni dell’assetto idromorfologico naturale dell’alveo. La maggior parte dell’area a valle è contraddistinta da un giudizio tra mediocre e scadente, che rappresenta il 60% circa dell’intero fiume.

Per quanto attiene ai tratti del fiume rientranti nel perimetro delle due riserve (l’IFF non si applica nei tratti di laghi e di foce), è stato confermato un buon giudizio di funzionalità fluviale. Tale dato si registra soprattutto nel tratto di fiume rientrante nella Riserva Foce del Crati, dove è presente una formazione di bosco ripariale, relitto della foresta planiziale che un tempo copriva la Piana di Sibari, testimonianza di come l’istituto delle riserve ha garantito la tutela e la conservazione di questi ambienti, pur subendo, per forza maggiore, una compromissione rilevante che ha determinato e determina una certa vulnerabilità dello stato di qualità dell’ecosistema acquatico e di quello funzionale.

I risultati finali sono stati racchiusi in un volume dal titolo “Ecologia & Funzionalità del Fiume Crati”. Un’opera dalle caratteristiche editoriali speciali, che vuole rappresentare un contributo al più importante ecosistema fluviale della Calabria, ricco di storia, di cultura, di natura, di paesaggi unici e, soprattutto, di una straordinaria biodiversità che va tutelata e salvaguardata.

Amici della Terra Italia
Ente gestore Riserve Tarsia-Crati





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